La disciplina sull’accesso al pensionamento di anzianità per gli addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti, con requisiti agevolati rispetto a quelli previsti per la generalità dei lavoratori dipendenti, è stata revisionata, ma dimenticando un mestiere che reputiamo particolarmente usurante: l’autotrasporto merci. Tra i beneficiari della dichiarazione di mestiere usurante, con le dovute conseguenze, vi è quella dei Lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti; lavoratori addetti alla cosiddetta “linea catena”; conducenti di veicoli adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo: le categorie di lavoratori destinatari del beneficio in parola, che maturano i requisiti nel 2016, possono conseguire il trattamento pensionistico ove in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e, se lavoratori dipendenti, di un’età minima di 61 anni e 7 mesi, fermo restando il raggiungimento di quota 97,6, se lavoratori autonomi, di un’età minima di 62 anni e 7 mesi, fermo restando il raggiungimento di quota 98,6. Ma gli operatori di mezzi che trasportano merci con cosa vanno in giro? La speranza è quello di arrivare in tempi brevissimi al riconoscimento del lavoro usurante per gli autotrasportatori , sfatando un luogo comune secondo cui fare l’autotrasportatore non è certo un lavoro usurante e le norme attuali, equiparano il riposo effettuato in cabina e lo stress che consegue dalla probabilità di essere vittima di furti, rapine o danneggiamenti, alla stessa stregua di quello consumato presso la propria abitazione. Nel trasporto, per esempio, risultano inesistenti o quasi le infrastrutture attualmente carenti di servizi per l’autotrasporto e per i conducenti.